La lettera di minacce a Mauro Biglino. |
Per dire chiaramente ciò che ho pensato sei giorni fa, quando è apparsa la notizia e ciò che penso, a maggior ragione, ora, non posso che affermare la gravità assoluta del fatto. Chiunque
abbia pensato ed attuato la minaccia. Chiunque.
- Prima interpretazione.
Sarebbe gravissimo (anche se consueto) che ogni libero pensatore, anche in rete e non solo su carta stampata o su qualsivoglia "media", che mette a disposizione di ogni altro individuo le proprie conoscenze, i propri lavori, le proprie idee NON allineate al perbenismo di potere, sia oggetto di scontati attacchi NON su ciò che scrive (che sarebbe invece ottima cosa per tutti) bensì alla propria persona e al proprio meccanismo intellettuale. Denigrare o minacciare chi esprime idee diverse da quelle imperanti è e sarà sempre il sistema più gradito alle élite e ai loro servi oltre ad essere comunque il sistema migliore per non confrontarsi mai davvero.
- Seconda interpretazione.
Sarebbe gravissimo (anche se consueto) che un Autore, o chi per lui, avesse deciso di far pubblicità ai propri libri e alla propria attività di conferenziere, con un sistema tipicamente usato da mafie, pubblicitari, servizi segreti, uffici marketing di personaggi svariatissimi. Rendersi vittime di attacchi inventati è vecchia e non più sorprendente storia.
Ho appena scritto ciò che ho pensato alcuni giorni fa e ciò che, nelle tante discussioni in rete, è puntualmente venuto fuori.
Della seconda ipotesi non intendo neppure parlare. Se fosse quella vera sarebbe solo una questione morale che riguarda una persona (Biglino) e la sua coscienza. I lettori devono, a mio avviso, valutare ciò che un autore scrive e quanto questo lo intrighi, niente altro. Se la seconda ipotesi risultasse vera in quanto supportata da fatti e prove, potrei approfittare della prima conferenza utile per informare Mauro di stimarlo come uomo assai poco. E poi passerei ad ascoltare con interesse ciò che ancora ha da dire sui testi biblici.
Se fosse vera la prima ipotesi, allora le considerazioni possibili sono davvero tante e di portata che trascende il fatto stesso.
Esporsi con teorie fuori dagli schemi normalmente accettati, si sa che è pericoloso.
Ce lo insegnano fin dai nostri primi anni di vita. "Non contestare genitori, insegnanti, preti ed ogni altra autorità. Tu sei nulla se non ti conformi ma potrai diventare importante (e anche fare soldi) se riconoscerai sempre l'importanza del "già detto e del già scritto".
E' una regola tacita ma evidentissima per tutti gli esseri viventi, di ogni luogo e di ogni epoca.
Ma appena uno esce dal coro e si mette a cantare da solo, ecco, allora invariabilmente cominciano i problemi. Da quando poi esiste la comunicazione in tempo reale e chiunque può immediatamente raggiungere qualunque persona o notizia, le cose sono anche peggiorate.
Non mi interessa qui scrivere dei controlli globali di ogni parola scritta o detta da parte di "servizi " americani o israeliani di cui tanto si è parlato recentemente. Sai che scoperta! (Sugli scopi e sulla tecnica usata, semmai, potrei segnalare quanto il tutto fosse chiaro anche nel 1998 persino ad Hollywood!).
No, ciò che invece continua a ricevere sollecitazioni è la mia esigenza di discorsi ed atteggiamenti che tengano precipuamente conto dell'importanza della LOGICA. Apro il primo dizionario italiano che mi ritrovo fra le mani:
Logica - In filosofia, tradizionalmente lo studio delle leggi e delle funzioni che caratterizzano la struttura del pensiero in sé, chiamato l. formale, contrapposto alla l. materiale, che studiava il rapporto tra il pensiero e i propri contenuti; oggi la logica è intesa come una disciplina di carattere matematico che studia le forme del ragionamento deduttivo, attraverso l'analisi della loro validità, ossia in quanto argomenti in cui la verità delle conclusioni consegue da quella delle premesse indipendentemente dal contenuto delle proposizioni coinvolte (è anche detta l. matematica o l. simbolica).
In altre parole la logica è quel meccanismo che porta ogni individuo a dedurre teorie e conclusioni su un singolo accadimento o pensiero traendo strumenti da ciò che l'individuo stesso ha acquisito praticando il metodo induttivo.
Pensare e dire in base a ciò che si è imparato, persino banale!
Ma... se quella che abbiamo imparato fosse una falsa informazione o anche solo incompleta? Che tipo di deduzione sarebbe, che validità assoluta avrebbe?
E quindi, cautela, ogni certezza dovrebbe essere frutto di informazioni acquisite senza remore né filtri precostituiti. Né facile né difficile solo indispensabile per essere corretti se non altro verso sé stessi.
Prendiamo il post e la successiva discussione che si è aperta nelle ore scorse sulle minacce a Mauro Biglino sul sito di Massimo Mazzucco, Luogocomune.
Ho trovato utile ed interessante la lettura anche se un po irritante.
Perché irritante?
Perché le due fazioni che si sono create fra i commentatori (il solito meccanismo duale che distrugge il vero pensiero libero) arrivano a fare (quasi) lo stesso errore circa le due ipotesi che anche io ho qui indicato.
O pro o contro senza alternative sia sul fatto sia sull'attività di Biglino.
Con una differenza di fondo e non da poco.
Mentre una "fazione" non ha letto nulla (o poco) di Mauro e scrive solo per amore della religione cattolica e del suo clero così come si è sempre manifestato, l'altra lo assolve "a prescindere" e solo pochi lo conoscono davvero e, condividendo o meno le sue tesi, tendono comunque a sottolineare il metodo e i contenuti dei sui scritti.
Vale a dire, alcuni hanno alle loro spalle una attività cognitiva oltremodo dogmatica altri un percorso di "reale" conoscenza di quelle che sono percorsi e tesi dell'autore. Metodi viversi di approccio allo scibile umano e alle sue verifiche.
Uno dei cattolici che partecipano alla discussione afferma, fin da subito, sulle ipotesi circa l'autore della lettera minatoria: "...chi semina ignoranza raccoglie ignoranza.
L'ignoranza è un gioco al ribasso.Ma di sicuro non è un cattolico praticante visto che per definizione sono contro ogni forma di violenza".
Parte con una "saggia" riflessione sulla ignoranza di Biglino senza confutare minimamente le sue idee, come semplice dato di fatto sulla persona in discussione. Grande incipit!
Poi rileggetevi l'ultima frase che ha scritto questo genio. Compie una serie di "fallacie logiche" - come dice spesso il mio amico Massimo Mazzucco - senza pari.
Ipotesi: che usi il metodo deduttivo avendo acquisito certezze con un insufficiente metodo induttivo che inficiano evidentemente qualsiasi conclusione?
Una singola frase con sei fallacie (da Garzanti: inganno, falsità, slealtà, sbaglio, errore, sofisma, vizio di ragionamento.) è davvero difficile da trovare persino negli scritti di Paolo Attivissimo!
"Ma di sicuro" - "Non è un cattolico praticante" - "Visto che" - "Per definizione" "Sono contro ogni forma di violenza".
# Ma di sicuro - chi o che cosa da questa sicurezza?
# Non è un cattolico praticante - avrebbe potuto anche scrivere "non è un ragioniere di Bolzano" che avrebbe avuto lo stesso valore logico. Cosa gli da certezze su categorie presumibilmente così ampie?
# Visto che - quale è il presupposto che ha "visto" e dove lo ha visto?
# Per definizione - di chi? sarebbe stato davvero divertente avesse esplicitato correttamente questo concetto.
# Sono contro ogni forma di violenza - ottima e più che sintetica e corretta esposizione della storia del cattolicesimo romano/universale. Questo è davvero un Grande!
Costui ed altri con meccanismi mentali simili, hanno scritto per giorni sul tema, qualcuno che ha provato ad attivare un confronto non dogmatico. Più o meno rissa ed insulti. Inutilità istituzionalizzata.
Qualcuno cita il prof. Danilo Valla che avrebbe "distrutto" la credibilità di Biglino anche come traduttore di lingue antiche. Che operazione fa Valla? Ho letto questa discussione e me ne sono fatta un idea che però ritengo di dover approfondire.
Mi piace sottolineare che chi difende, dati alla mano, Mauro Biglino dice: "...il mio atteggiamento verso Mauro , non è di un avallo con imprimatur , ma di prudente possibilismo"(barionu)
Dal che si conferma ancora una volta che conoscenza ed umiltà non ti danno certezze se non di NON conoscere e sapere abbastanza.
In conclusione (per ora):
Spero che Mauro non corra davvero nessun pericolo.
Spero che continui a fare ciò che da anni seguo con interesse.
Spero non abbia fatto marketing.
Spero di non dovere più leggere pensieri di persone con certezze partorite da dogmi.
Mi piacerebbe che solo l'ultima fosse la sola certa e retorica illusione.
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