sabato 7 dicembre 2013

A proposito di Gianni Lannes e di "Su La Testa"


Ho raggiunto un accordo col tipo che vive dentro di me.
Lui dice di chiamarsi Baal-Zebub - ma a volte anche Milkom o Nibaz e in mille altri modi - e pur suonando strano, che posso fare se non prenderne atto?
L'accordo prevede che io possa scrivere ciò che voglio e che lui sarà libero di sbertucciare i miei pensieri come meglio crede. Non sono certo che sia un buon accordo nei confronti della mia dignità ma è tutto quello che sono riuscito ad ottenere.
L'alternativa era che mi dovessi recare giornalmente a MediaWorld a chiedere informazioni sull'ultimo modello di iPhone.

Ricordo vagamente di aver promesso di parlare di sabermetrica...
Lo farò certamente, ma non ora.
Ho bisogno di parlare di un giornalista e di un sito che per due anni mi hanno nervosamente tenuto compagnia e che, sembra, voglia chiudere la sua attività sul web.
Parlo di Gianni Lannes e del blog "Sù la Testa".

Dei contenuti - che io ho condiviso (sai quanto conta!) quasi sempre in toto - avrò modo di parlare prossimamente. Qui voglio indicare un elemento che sembrava dividere il suo ed il mio pensiero (ancora! Non conta nulla...) su un aspetto particolare della attività di divulgazione da parte di "qualsiasi" libero pensatore.
Un paio di settimane fa scrissi un commento ad un suo post, che Gianni non ha pubblicato ritenendolo evidentemente fuori linea rispetto al suo blog ed alla sua attività.
Semplicemente mi chiedevo, in quel commento, se ha davvero senso continuare ad impegnarsi a fare controinformazione, come si diceva una volta, avendo come interlocutori una massa di amebe decerebrate che, come dice una certa pubblicità, vivono nella certezza che il vero problema per l'umanità tutta sia di non pagare le commissioni sul proprio conto corrente e non di porsi domande fondamentali sul proprio passato presente e futuro esistenziale ed universale.
Gianni ha voluto, con la non pubblicazione del commento, sottolineare - almeno a me - che non la pensava così e che anzi prendere in considerazione questo piccolo pensiero fosse irritante o addirittura provocatorio per le sue scelte professionali e di vita. Non solo era suo diritto farlo, ma, in un qualche modo, l'ho capito ed approvato.
Dal baratro delle minacce e degli attentati di cui è sempre stato soggetto aveva il diritto di trarre qualunque conclusione.
Anche quella che affidare ad un sito le proprie motivatissime denunce fosse la più valida delle assicurazioni sulla propria vita.
Rendere pubblici "files" più o meno nascosti o comunque non visibili ai più, è sempre stata una tecnica adottata da chi ben sapeva che il silenzio era il sistema migliore per correre il massimo dei rischi.
Quando Gianni mi censurò - e non era la prima volta - è questo che mi sono detto.
E per l'ennesima volta mi sono dispiaciuto per la, evidentemente, pesantissima situazione personale che il mio amico stava vivendo.
Ora Gianni, con questo post, comunica di chiudere il blog.
Quel che mi chiedo è semplicemente questo: se davvero Lannes manterrà ciò che ha comunicato cioè la fine della sua attività informativa in rete, cosa diavolo è successo negli ultimi giorni che gli abbia fatto cambiare così drasticamente idea?
Fare ipotesi mi sembra al minimo inutile al massimo irriverente verso una persona che stimo e che mi è stata anche buona maestra.
Il suo blog, se non sarà cancellato, continuerà ad essere archivio di fatti e personaggi che meritano l'attenzione vigile di ogni libero pensatore.

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